I dati sono chiari: in Italia nel 2020 circa il 5% della popolazione è morta per arresto cardiaco sul posto di lavoro. Che pensereste se vi dicessi che questo dato equivale a più di 70 decessi a settimana?

La presenza di un defibrillatore DAE in azienda, dà la possibilità di assistere efficacemente il lavoratore vittima di arresto cardiaco improvviso, aumentando le probabilità di sopravvivenza da meno del 5% a oltre il 50%. Basta posizionarlo in modo che sia accessibile a tutti, proprio come un comune estintore.

Defibrillatore in azienda: quando è obbligatorio

A livello di legge, esiste l’attuale D.Lgs n. 81/2008 (la normativa relativa alla Sicurezza sui Luoghi di Lavoro), il quale non prevede l’obbligo di dotazione di un DAE (defibrillatore semiautomatico) in ogni azienda ma dispone che il personale venga obbligatoriamente formato e addestrato al primo soccorso.

Esiste poi il Decreto Ministeriale 18 marzo 2011 il quale, oltre ad avere come fine quello di individuare proprio le modalità e i criteri per favorire la diffusione e l’uso del  defibrillatore in azienda, fissa anche i requisiti minimi che ogni defibrillatore dovrebbe possedere.

Questo decreto è un vero e proprio strumento normativo per sensibilizzare e promuovere a livello regionale l’installazione di un defibrillatore automatico o semiautomatico in ogni luogo di lavoro.

Lo scopo è quello di prevenire, o almeno ridurre, il numero di morti per arresto cardiaco o altri rischi cardiovascolari e di riuscire a sfruttare, quindi, il grande potere precauzionale di un dispositivo simile.

Defibrillatore DAE: requisiti minimi per installarlo in azienda

Per poter essere installato, è obbligatorio che il defibrillatore in azienda abbia:

  • La capacità di effettuare l’analisi automatica del soggetto colpito in modo da bloccare la fibrillazione ventricolare;
  • Il caricamento delle piastre automatico;
  • Il rilascio delle scariche a seconda degli intervalli di tempo stabiliti dalle linee guida internazionali;
  • La possibilità di registrare ogni tracciato elettrocardiografico all’interno del dispositivo.

Ci sono casi in cui, invece, alcune società o aziende (oltre a quelle medico- sociosanitarie ovviamente) devono disporre di un defibrillatore obbligatorio:

  • Nei casi delle società sportive (sia dilettantistiche sia agonistiche), in base a quanto disposto sui defibrillatori semiautomatici dal Decreto Balduzzi in vigore dal 30 Giugno 2017, queste devono obbligatoriamente possedere defibrillatori cardiaci in tutti i luoghi che ospitano le attività sportive e deve esserci sempre la presenza di personale formato all’uso del DAE (defibrillatore automatico esterno).
  • Il defibrillatore automatico esterno è obbligatorio quando si tratta di aziende con aree ad alto rischio. Ad esempio le aziende che hanno grossi impianti e apparecchiature elettriche; che hanno aree all’aperto esposte alla caduta accidentale di fulmini, o la presenza di linee elettriche; ma anche aziende lontane da centri di soccorso.

Da considerare anche il premio chiamato “Oscillazione per prevenzione” OT/24, uno sconto conferito dall’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) per le aziende che scelgono di installare almeno un defibrillatore DAE e che si occupino di formare il personale al BLSD (Basic Life Support and Defibrillation).

Defibrillatore automatico o semiautomatico: qual è la differenza?

Spesso si legge indistintamente “defibrillatore automatico” o “DAE defibrillatore semiautomatico”, ma qual è la reale differenza tra i due?

La differenza risiede nel fatto che un DAE defibrillatore automatico invia la scossa in automatico, appunto, cioè senza l’intervento del soccorritore. Nel caso, invece, del DAE defibrillatore semiautomatico, è necessario che ci sia l’intervento del soccorritore, il quale deve premere il pulsante lampeggiante per erogare la scossa alla vittima.

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